PNRR: al via nuovo bando per brevetti


Con 8,5 milioni di euro di risorse messe a disposizione dal PNRR saranno finanziate attività di valorizzazione dei brevetti promosse da Università, Enti pubblici di ricerca e IRCCS attraverso progetti Proof of Concept (PoC) (Ministero dello sviluppo economico – Comunicato 15 Settembre 2022).

È quanto prevede il nuovo bando del Ministero dello sviluppo economico, che rende operativa la misura destinata a sostenere lo sviluppo delle invenzioni brevettate dal mondo della ricerca al fine di favorire il trasferimento tecnologico e l’innovazione da parte del sistema industriale.
A partire dal 24 settembre e fino al 31 ottobre 2022 sarà possibile presentare i progetti la cui realizzazione rientra tra le linee di intervento della riforma della proprietà industriale.


Dal 15 settembre i nuovi incentivi per le imprese che investono nelle aree del sisma


16 SETT 2022 Partono il 15 settembre, 8 nuovi bandi del Piano nazionale complementare NextAppennino, che mettono a disposizione altri 455 milioni di euro sotto forma di incentivi alle imprese che investono nelle aree colpite dai terremoti del 2009 e del 2016. (INVITALIA – Comunicato 14 settembre 2022)

I bandi, gestiti da Invitalia, riguardano gli investimenti di media dimensione, l’avvio, la crescita e gli investimenti innovativi delle micro, piccole e medie imprese e i progetti che riguardano la cultura, il turismo e lo sport, l’inclusione sociale.
L’intero pacchetto di incentivi riservato alle imprese vale circa 620 milioni di euro. Dal primo settembre è aperto il bando per i grandi progetti di investimento, per 80 milioni di euro complessivi, che sta già registrando forte interesse da parte delle imprese, mentre il 30 settembre sarà avviato il bando per i progetti di partenariato pubblico-privato, con altri 80 milioni disponibili e subito dopo il bando più piccolo, con 3 milioni di euro, per finanziare i progetti in ambito agrosilvopastorale.
Il 20 settembre aprirà poi il bando, aperto ai comuni, per il finanziamento, con 68 milioni di euro, delle nuove Comunità energetiche rinnovabili.


Blockchain e intelligenza artificiale: incentivi per imprese ed enti di ricerca


Dal 21 settembre, alle ore 10, le imprese e i centri di ricerca potranno presentare le domande per richiedere i finanziamenti del Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things, istituito presso il Ministero con una dotazione iniziale di 45 milioni di euro (Ministero dello sviluppo economico – Comunicato 13 settembre 2022).

Per facilitare l’inserimento della documentazione sulla piattaforma online dedicata alla misura, gestita da Infratel Italia, è stata prevista anche una fase di precompilazione delle domande a partire dalle ore 10 del 14 settembre.
Con il fondo verranno agevolati investimenti per realizzare progetti che prevedono attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione dell’organizzazione e innovazione di processo nei seguenti settori:
– industria e manifatturiero
– sistema educativo
– agroalimentare
– salute
– ambiente ed infrastrutture
– cultura e turismo
– logistica e mobilità
– sicurezza e tecnologie dell’informazione
– aerospazio.


Provvigione spettante alla S.I.A.E


15 SETT 2022 Determinata la misura della provvigione spettante alla Società italiana degli autori ed editori per l’attività di accertamento, riscossione e pagamento agli autori del compenso sul prezzo di ogni vendita successiva alla prima cessione di opere d’arte e manoscritti (MINISTERO DELLA CULTURA – Decreto 18 maggio 2022)

Per le attività di accertamento, riscossione e pagamento all’autore del compenso sul prezzo di ogni vendita successiva alla prima cessione di opere d’arte e di manoscritti, è riconosciuta alla S.I.A.E., a decorrere dal 9 aprile 2021 e fino all’8 aprile 2022, una provvigione, comprensiva delle spese, pari al 16,50 per cento a valere sull’ammontare del compenso oggetto della riscossione; a decorrere dal 9 aprile 2022 e fino all’8 aprile 2023 è riconosciuta alla S.I.A.E. una provvigione, comprensiva delle spese, pari al 20,50 per cento a valere sull’ammontare del compenso oggetto della riscossione; a decorrere dal 9 aprile 2023 e fino all’8 aprile 2024 è riconosciuta alla S.I.A.E. una provvigione, comprensiva delle spese, pari al 19,50 per cento a valere sull’ammontare del compenso oggetto della riscossione.
Il decreto in oggetto è sottoposto ad aggiornamento triennale a decorrere dal 9 aprile 2024.


Bonus carburanti per l’attività di pesca: pronto il codice tributo


Istituito il codice tributo per l’utilizzo, tramite modello F24, del credito d’imposta per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività della pesca, di cui all’art. 3-bis, D.L. n. 50/2022, conv. con modif. dalla L. n. 91/2022 (Agenzia Entrate – risoluzione 14 settembre 2022 n. 48).


 


L’art. 3-bis, D.L. n. 50/2022, conv. con modif. dalla L. n. 91/2022, al fine di mitigare gli effetti economici derivanti dal perdurare dell’aumento eccezionale del prezzo del gasolio e della benzina utilizzati come carburante, ha esteso il credito d’imposta di cui all’art. 18, D.L. n. 21/2022, conv. con modif. dalla L. n. 51/2022, alle spese sostenute per gli acquisti di carburante effettuati nel secondo trimestre solare dell’anno 2022, limitatamente alle imprese esercenti la pesca.


Il cit. articolo 18, ai commi 2 e 3, stabilisce che il credito d’imposta, entro la data del 31 dicembre 2022, deve essere utilizzato in compensazione mediante modello F24, oppure ceduto solo per intero a terzi.


Tanto premesso, per consentire l’utilizzo in compensazione del credito d’imposta, tramite modello F24 da presentare esclusivamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate, è istituito il seguente codice tributo:


– “6967” denominato “credito d’imposta per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività della pesca (secondo trimestre 2022) – art. 3-bis del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50”.


In sede di compilazione del modello F24, il suddetto codice tributo deve essere esposto nella sezione “Erario”, nella colonna “importi a credito compensati”, ovvero, nei casi in cui il contribuente debba procedere al riversamento dell’agevolazione, nella colonna “importi a debito versati”.


Compensazione dell’ITF con crediti agevolativi da parte di un soggetto non residente


Fornite indicazioni sulle modalità di compensazione dell’ITF con crediti agevolativi da parte di un soggetto “non residente” (Agenzia delle entrate – Risposta 13 settembre 2022, n. 453).

Nel caso di specie, la società istante intende acquisire, a mezzo di “cessione del credito”, alcuni crediti di imposta agevolativi, come previsto dall’articolo 121, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
In quanto soggetto passivo dell’imposta sulle transazioni finanziarie, di seguito ITF, sebbene fiscalmente non residente in Italia, l’istante riferisce che l’Agenzia delle entrate – Centro operativo di Pescara ha confermato all’Istante, via e-mail, di poter adempiere agli obblighi relativi all’Imposta sulle Transazioni Finanziarie utilizzando il codice fiscale originariamente attribuito alla stabile organizzazione – liquidata a fine 2021 – e, quindi, provvede direttamente al versamento dell’Imposta sulle Transazioni Finanziarie mediante modello F24, utilizzando il codice fiscale rimasto attivo successivamente alla liquidazione della relativa branch italiana e chiusura della relativa posizione IVA.
Precisa, altresì, che, ai fini della materiale presentazione del modello F24, e quindi del versamento dell’Imposta sulle Transazioni Finanziarie, ad oggi si avvale dell’ausilio della stabile organizzazione italiana, la quale riceve dall’Istante la provvista necessaria per i versamenti, i quali sono istruiti per il tramite di un conto corrente alla stessa intestato.
L’istante fa, inoltre, presente che, relativamente alla possibilità di compensare i crediti agevolativi con l’ITF, la recente circolare 23 giugno 2022, n. 23/E ha chiarito che relativamente alle imposte, ai contributi e alle altre somme dovute a favore dello Stato per le quali è ammessa la compensazione, il successivo comma 2 del medesimo articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997 contiene un’elencazione tassativa degli stessi, tra cui, a seguito delle modifiche apportate dall’articolo 1, comma 3, del decreto legge 25 febbraio 2022, n. 13, rientra a decorrere dal 26 febbraio 2022, anche l’imposta sulle transazioni finanziarie (ITF).
Pertanto, a partire dal 26 febbraio 2022, deve ritenersi che l’ITF sia compensabile, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997, con i crediti d’imposta acquisiti ai sensi dell’articolo 121 del decreto Rilancio.
Ciò premesso, alla luce del mutato contesto normativo, come sopra precisato, che consente ora di compensare l’Imposta sulle Transazioni Finanziarie con i Crediti d’Imposta di cui agli Artt. 119 e 121, l’Istante intende quindi chiedere chiarimenti in merito alle modalità di utilizzo di tali Crediti d’Imposta a fronte:
– dei versamenti che l’Istante sarà tenuta ad effettuare direttamente in relazione all’Imposta sulle Transazioni Finanziarie dovuta; nonché
– dei versamenti che potrebbero essere veicolati per mezzo di un rappresentante fiscale nominato dall’Istante, eventualmente tra i soggetti del Gruppo cui l’Istante appartiene.

L’Agenzia delle entrate ritiene ammissibile che l’istante proceda all’autonoma attivazione del proprio cassetto fiscale, avvalendosi del codice fiscale già attribuito alla stabile organizzazione cessata, anche al fine di effettuare la compensazione dell’ITF con i crediti agevolativi da acquisire, in base all’articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020, a mezzo di “cessione del credito”.
In alternativa, è consentito all’istante di avvalersi, al medesimo fine, della figura del rappresentante fiscale, appositamente da individuare – come previsto dall’articolo 1, comma 494, della legge n. 228 del 2012 e dall’articolo 19, comma 7, del decreto 21 febbraio 2013 – tra i sostituti d’imposta di cui all’articolo 23 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.
In assenza di una preclusione normativa, l’istante può scegliere di nominare anche, quale rappresentante fiscale, la stabile organizzazione italiana di un’altra società del medesimo gruppo.
Il rappresentante fiscale – che risponde negli stessi termini e con le stesse responsabilità del soggetto non residente, per i versamenti derivanti dall’applicazione dell’imposta – può limitarsi a comunicare la propria nomina all’indirizzo di posta elettronica certificata dell’Agenzia delle entrate, non essendo tenuto a richiedere contestualmente l’attribuzione del codice fiscale per l’istante rappresentato, già in possesso di quello attribuito alla stabile organizzazione cessata.
In ragione della nomina ricevuta e comunicata all’Agenzia delle entrate, il rappresentante fiscale è, quindi, responsabile del versamento dell’imposta al pari dell’istante, soggetto passivo cui si sostituisce, e, pertanto, è titolato a richiedere l’attivazione del cassetto fiscale per conto del soggetto rappresentato, cui potrà direttamente accedere al fine di procedere al versamento dell’ITF anche per il tramite della compensazione con i crediti agevolativi da acquisire, in base all’articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020, a mezzo di “cessione del credito”.
Dal punto di vista procedurale, con riferimento all’acquisizione e all’utilizzo in compensazione tramite modello F24 dei crediti d’imposta da parte della società istante, nella comunicazione all’Agenzia delle entrate della cessione dei crediti, da effettuarsi secondo le disposizioni vigenti, dovrà essere indicato come cessionario il codice fiscale della società istante. Ciò determinerà il caricamento dei crediti sull’apposita Piattaforma accessibile dall’area riservata del sito internet dell’Agenzia, a disposizione della società istante.
La società istante dovrà, quindi, accedere alla suddetta Piattaforma, al fine di accettare i crediti d’imposta ricevuti e, per certe tipologie di crediti, comunicare anche l’opzione per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24.
Ai fini dell’utilizzo dei crediti in compensazione per il pagamento dell’ITF e di eventuali altri debiti della società istante, il modello F24 dovrà essere obbligatoriamente inviato tramite i servizi telematici dell’Agenzia (Entratel/Fisconline). In altre parole, il modello F24 non potrà essere presentato tramite i servizi telematici bancari e postali (es. home banking); ciò in quanto viene utilizzato in compensazione un credito d’imposta soggetto al controllo preventivo di capienza rispetto al plafond disponibile in capo al soggetto titolare del credito stesso (la società istante, nel caso di specie).
In particolare, il modello F24 potrà essere compilato e inviato secondo due modalità alternative:
1) nel modello F24 viene indicato esclusivamente il codice fiscale della società istante (debitrice dell’ITF e titolare dei crediti d’imposta compensati); il modello F24 potrà essere inviato direttamente dalla società istante, oppure tramite un intermediario incaricato (es. commercialista, CAF). Per l’addebito dell’eventuale saldo a debito del modello F24 (pari alla differenza tra debiti pagati e crediti compensati) dovrà essere indicato un conto corrente bancario o postale intestato alla società istante;
2) il modello F24 viene inviato dal rappresentante fiscale della società istante e quindi nel modello F24 sono indicati due codici fiscali. In particolare, come “primo” codice fiscale (il codice fiscale del contribuente) viene indicata la società istante e come “secondo” codice fiscale (codice fiscale del coobbligato, erede, genitore, tutore o curatore fallimentare) viene indicato il codice fiscale del rappresentante fiscale, unitamente al codice identificativo “72”. Il modello F24 potrà essere inviato direttamente dal rappresentante fiscale, oppure tramite un intermediario incaricato (es. commercialista, CAF). Per l’addebito dell’eventuale saldo a debito del modello F24 dovrà essere indicato un conto corrente bancario o postale intestato al rappresentante fiscale.


Ulteriore proroga per la riduzione delle imposte sui carburanti


14 SETT 2022 Firmato il nuovo Decreto carburanti che prevede lo sconto di 30 centesimi esteso fino al 17 ottobre (MEF – Comunicato 13 settembre 2022, n.162)

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze e il Ministro della Transizione Ecologica hanno firmato il Decreto Interministeriale che proroga fino al 17 ottobre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti.
Si estende così fino a tale data il taglio di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione.

Irap esclusa per la consulenza prestata alla società di cui si è soci


Non paga l’Irap il professionista che presta attività di consulenza alla società di cui è socio. Se l’imposta è stata comunque versata, il rimborso è legittimo (Corte di cassazione – Ordinanza 08 settembre 2022, n. 26491).

Il requisito dell’autonoma organizzazione, il cui accertamento spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, ricorre quando il contribuente:
– sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell’organizzazione, e non sia quindi inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse;
– impieghi beni strumentali eccedenti, secondo “l’id quod plerumque accidit”, il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui.


Costituisce onere del contribuente, che chieda il rimborso dell’imposta asseritamene non dovuta, dare la prova dell’assenza delle predette condizioni.


In tema di IRAP, il commercialista che sia anche amministratore, revisore e sindaco di una società non soggiace all’imposta per il reddito netto di tali attività, in quanto è soggetta ad imposizione fiscale unicamente l’eccedenza dei compensi rispetto alla produttività auto-organizzata; il che non si verifica nella specie, atteso che per la soggezione all’IRAP non è sufficiente che il commercialista normalmente operi presso uno studio professionale, atteso che tale presupposto non integra, di per sé, il requisito dell’autonoma organizzazione rispetto ad un’attività rilevante quale organo di una compagine terza.


Il trasferimento del pacchetto azionario di maggioranza di una società di capitali non integra gli estremi del trasferimento di azienda ai sensi dell’art. 2112 c.c., in quanto non determina la sostituzione di un soggetto giuridico ad un altro nella titolarità dei rapporti pregressi, ma modifica gli assetti azionari interni sotto il profilo della loro titolarità.


In tema di reddito d’impresa, la deducibilità dei costi da rilascio di garanzia, effettuato da società capogruppo in favore di società controllata, deriva dall’insussistenza di una presunzione di gratuità della medesima, ove sia rilasciata in virtù di formali contratti, giacché il perseguimento dell’interesse dello stesso gruppo societario non esclude l’onerosità della prestazione, che s’impone quale diretta conseguenza dell’autonomia patrimoniale e della distinta soggettività giuridica, anche fiscale, delle società appartenenti al gruppo stesso.


Nel caso in cui due soggetti si accordino per creare una società di capitali, l’intestazione ad uno di essi della partecipazione dell’altro non dà luogo né ad una fattispecie di interposizione fittizia di persona, atteso che in tale situazione, in cui la società ancora non esiste e viene creata proprio con quel contratto, manca il soggetto terzo, né alla simulazione assoluta del contratto costitutivo di società, posto che gli stipulanti intendono davvero realizzare l’effetto della creazione di una persona giuridica con una soggettività distinta e separata da quella dei singoli soci.


Ne consegue che l’unico strumento attraverso il quale far emergere la realtà dei rapporti non è quello dell’azione di simulazione, ma quello dell’accertamento di un negozio fiduciario.


Scambio di partecipazioni a valori correnti non censurabile


Il realizzo delle partecipazioni a valori correnti non è censurabile ai fini dell’abuso del diritto, laddove volte a rimuovere le cause ostative prima di applicare il regime di realizzo controllato di cui all’art. 177, co. 2-bis, D.P.R. n. 917/1986 (Agenzia Entrate – risposta 09 settembre 2022 n. 450).

In relazione al caso di specie, la riorganizzazione societaria è finalizzata alla realizzazione del dichiarato e palese intento di suddividere la holding di famiglia, partecipata e gestita da due nuclei familiari, in due distinte holding, ognuna delle quali facente capo al singolo nucleo familiare, al fine di semplificare i processi decisionali (favorendo l’assunzione di posizioni unitarie all’interno di ogni singolo ramo), consentire la scelta autonoma degli investimenti nei settori confacenti il singolo ramo, ed effettuare il passaggio generazionale all’interno di ogni ramo, secondo i tempi e le modalità più consone ai discendenti dei due nuclei familiari.


Con riferimento alla valutazione antiabuso delle operazioni di realizzo delle partecipazioni prodromiche all’applicazione del comma 2-bis dell’art. 177 del TUIR si rammenta che, con la risposta n. 429 del 2 ottobre 2020, l’Agenzia ha già avuto modo di chiarire che nella misura in cui sia riscontrabile in capo a ciascun conferente la sussistenza del requisito di cui alla lettera a) del comma 2-bis dell’articolo 177 del TUIR e la cristallizzazione del requisito di cui alla lettera b) subordinatamente a una serie di operazioni di compravendita a carattere realizzativi, non si realizza una fattispecie abusiva ai fini delle imposte dirette, in quanto le operazioni in cui la stessa si articola non sembrano consentire la realizzazione di alcun vantaggio fiscale indebito.


In particolare, la realizzazione di preliminari operazioni di compravendita che, sia se valutate singolarmente che complessivamente, risultino parte integrante di un più ampio progetto di riorganizzazione del gruppo e si presentino, insieme al successivo conferimento, coerenti con le finalità riorganizzative prospettate, consente di soddisfare i requisiti per applicare la previsione di cui al comma 2-bis dell’articolo 177 del TUIR (e della eventuale neutralità indotta) in luogo dell’applicazione del regime ordinario di tassazione di cui all’articolo 9 del TUIR.


In altri termini, il vantaggio fiscale, rappresentato dall’applicazione dell’articolo 177, comma 2-bis, del TUIR anziché dell’articolo 9 del TUIR, non risulta indebito, qualora l’operazione nel suo complesso sia coerente con la ratio del menzionato comma 2-bis dell’articolo 177 del TUIR.


Al riguardo, anche nel caso di specie, non si configura un indebito vantaggio fiscale ove le partecipazioni ostative vengano alienate a valori di mercato ai sensi dell’articolo 9 del TUIR e regolate con mezzi propri, non essendo in tal caso rilevante la circostanza che tali trasferimenti avvengano in favore di terzi oppure delle due holding di ramo partecipate dai medesimi soci della società cedente.


Pertanto, il realizzo delle partecipazioni in esame a valori correnti non è censurabile ai fini dell’abuso del diritto di cui all’articolo 10-bis della legge n. 212 del 2000, essendo volto a rimuovere le cause ostative prima di applicare il regime di realizzo controllato di cui al comma 2-bis dell’articolo 177 del TUIR, rispettandone in tal modo la ratio sottostante. Va da sé che si deve trattare di reali fenomeni realizzativi delle partecipazioni e non di condotte in tutto o in parte simulate.


Inoltre, in presenza delle suddette condizioni, anche le donazioni di azioni effettuate preliminarmente alle operazioni di conferimento nelle due holding di ramo non integrano una fattispecie abusiva.


Agevolazioni industria e filiera conciaria: termini e modalità di presentazione delle domande


Definite le modalità e i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni previste per il sostegno dell’industria conciaria e per la tutela della filiera del settore conciario, nonché ulteriori indicazioni utili alla corretta attuazione dell’intervento (Ministero dello sviluppo economico – Decreto 06 settembre 2022).

La misura ha l’obiettivo di sostenere l’industria conciaria, gravemente danneggiata dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, attraverso la tutela delle filiere e la programmazione di attività di progettazione,  sperimentazione, ricerca e sviluppo nel settore. Le risorse messe a disposizione sono pari a 10 milioni di euro.
Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese operanti nell’industria conciaria e facenti parte dei distretti conciari localizzati nelle Regioni Campania, Lombardia, Marche, Toscana e Veneto.
Per accedere alle agevolazioni, le imprese devono presentare progetti in grado di accrescere la competitività delle imprese proponenti e con ricadute positive sul distretto conciario di appartenenza, volti alla realizzazione di programmi di investimento dotati di elevato contenuto di innovazione e sostenibilità, che possono anche includere lo svolgimento di attività di ricerca industriale o sviluppo sperimentale, purché queste ultime siano strettamente connesse e funzionali alle finalità del progetto e, comunque, non preponderanti nell’ambito del complessivo programma di spesa.
Tali progetti devono essere diretti alla realizzazione di una delle seguenti finalità:
– introduzione, nell’attività dell’impresa proponente, di innovazioni di prodotto o processo per la realizzazione di almeno uno dei seguenti obiettivi:
   * ampliamento della gamma dei prodotti e/o servizi o loro significativa ridefinizione tecnologica in senso innovativo;


   * introduzione di contenuti e processi digitali;
– minimizzazione, secondo principi di ecosostenibilità ed economia circolare, degli impatti ambientali dei processi produttivi;
– creazione o consolidamento di strumenti di condivisione e integrazione di attività, conoscenze e competenze relative alla filiera del settore conciario, attraverso la creazione di idonee piattaforme e strutture di condivisione o animazione, in grado di favorire l’innovazione e l’internazionalizzazione delle imprese del settore conciario.
Gli stessi progetti, possono essere presentati anche nell’ambito di progetti integrati di distretto, qualora l’integrazione progettuale consenta alle imprese proponenti di realizzare effettivi vantaggi competitivi, anche secondo una logica di filiera. Il progetto integrato di distretto deve prevedere più progetti coordinati proposti da imprese operanti nell’industria conciaria.
Sono ammissibili alle agevolazioni le spese strettamente funzionali alla realizzazione dei progetti di investimento, relative a:
– acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica, comprese le relative spese di installazione;
– programmi informatici e licenze software;
– formazione del personale;
– acquisto di beni immobili e realizzazione di opere murarie e assimilabili;
– costo del personale, strumenti, attrezzature, servizi di consulenza e altri servizi qualora connessi all’attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale eventualmente incluse nel progetto;
– capitale circolante, nel limite del 20% delle spese per gli investimenti.
Le domande di agevolazione devono essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.a. – Invitalia, a pena di invalidità, secondo le modalità e i modelli indicati nell’apposita sezione dedicata del sito istituzionale dell’Agenzia medesima (www.invitalia.it), a partire dalle ore 10.00 del 15 novembre 2022.
Sarà in ogni caso possibile procedere alla compilazione delle domande di agevolazione a partire dalle ore 10.00 dell’8 novembre 2022.